Il mare è dolce e meraviglioso, ma può essere crudele. (Ernest Hemingway)
CONSULENZA INFORMATICA INEDITA
Quando la Toscana è in piena chiusura per il Covid19, la circolazione delle persone e dei mezzi è riservata solo a quei pochi addetti ai lavori.
Nel mio caso, ho avuto il piacere di essere coinvolto in un'attività di consulenza informatica in varie parti della Regione, ma quando mi è stata assegnata l'attività all'Isola del Giglio, sono stato felice di accettare l'incarico perché mancavo da questa località da molti anni, prima della sciagura della Concordia.
La lieta trasferta di lavoro è stata anticipata da una levataccia alle quattro del mattino con partenza da Asciano per essere in orario a Porto S.Stefano all'imbarco delle 7:30. Ho scoperto con sorpresa che il via vai tra il continente e l'Isola del Giglio è piuttosto vivace, nonostante la stagione invernale e nonostante il periodo di confino coatto.
Nel traghetto si imbarcano per lo più mezzi da lavoro, camion, furgoncini, e mezzi di pendolari che vanno a lavoro al Giglio. La traversata di circa un'ora mi ha rilassato in seno alla nave non gremita, ma comunque abbastanza folta di gente. Anche il bar interno era aperto e ne ho approfittato per un caffè al fine di reagire al torpore ed al relax che il silenzio che le onde del mare infondono.
Una volta sbarcato al porto del Giglio, mi sono recato direttamente dal cliente a due passi dal molo e in circa tre ore ho svolto la mia attività senza troppi problemi. Il clima che si respirava in tale ambiente era veramente piacevole. Tutto il personale si è dimostrato tranquillo e accogliente, di fatto è il riflesso dell'aria che si respira anche all'esterno, quando ho finito il lavoro e mi sono messo a girovagare per il Giglio Porto in attesa dell'ora di pranzo.
PASSEGGIATA ALL'ISOLA DEL GIGLIO
Nella mia passeggiata lungo il borgo del Giglio Porto, ho raggiunto i due fari che delimitano le banchine, ed ad un certo punto mi sono chiesto, chissà dove si era arenata la nave Concordia.
Ho scarrellato in rete col mio iPhone ed ho scoperto subito che il mostro di lamiera si era appoggiato veramente a poche centinaia di metri dal punto in cui ero (al faro rosso), e mi sono immaginato questo titano del mare appoggiato per tanti anni sulla scogliera di quest'isola, deturpandone la sua purezza e bellezza.
Vicino al faro ho notato anche l'epitaffio dedicato ai caduti della Concordia, tutti quei nomi (molti di origine straniera), ricordati per una tragedia che non potrà mai essere cancellata dalla memoria sopratutto dei Gigliesi. Infatti nella mia passeggiata, ad un certo punto mi sono infilato nella chiesa del paese, quella di fronte allo sbarco delle navi, al suo interno è allestito un piccolo museo dedicato al naufragio della Concordia. In questo angolo della chiesa, all'interno di una vetrata sono raccolti vari cimeli di quella notte: un casco di emergenza, delle stoffe, una torcia, giubbotto di salvataggio, premi e riconoscimenti ed anche un dipinto incorniciato. Quest'opera – disegnata da un naufrago che si è salvato – raffigura in tutta la sua tragicità, i momenti del salvataggio da parte delle forze dell'ordine e di soccorso, un elicottero che dall'alto illumina le operazioni di salvataggio e in mare i Gigliesi che con le loro barche e pescherecci si sono messi a disposizione per salvare le vite di quelle povere persone abbandonate dal loro capitano, tra i primi a scappare (cosa inaudita per la legge del mare).
Quando i naufraghi venivano sbarcati nelle banchine del porto, ad accoglierli vi erano ancora gli abitanti del Giglio che con coperte e bevande caldo hanno dato loro il massimo conforto possibile. Quella notte le case degli abitanti sono diventate punto di primo soccorso ed anche la chiesa dove è allestito questo museo, era stato adibito come ospedale di prima accoglienza.
Quel quadro mi ha trasmesso una moltitudine di emozioni, la mia coscienza di volontario della Misericordia è venuta improvvisamente a galla ed ho realizzato quanto grave è stata questa vicenda dove di fronte alla negligenza ed alla codardia del capo della nave, di contro vi è stata l'eroica e stoica reazione dei Gigliesi e dei soccorritori che hanno scongiurato il peggio.
Il conto delle vittime e dei feriti, seppur di lieve entità, non deve essere un deterrente per la serietà del fatto in sé. Quel titano della Concordia rimasta per anni appoggiata sull'isola, quasi come a sostenerla per evitare che si inabissasse e fare ancora più danni, è stata oggetto di un turismo da selfie mordi e fuggi che ha scoraggiato i turisti più affezionati a tornare in questa perla toscana del mar Tirreno.
Oggi quel mostro è stato smantellato e portato via insieme alle orde dei visitatori del turismo dark, tuttavia rimarranno sempre nei miei ricordi le valorosa gesta del popolo locale che hanno dato anche quello che non avevano, annacquando un po' così l'onta della vigliaccheria di un solo uomo.
Sarei voluto rimanere fino al traghetto delle 17:30, per godermi ancora qualche ora il posto, ma tra la zona arancione che mi ha costretto in un pranzo da asporto (un buon calamaro grigliato), consumato velocemente su una panchina, tra il timore di rientrare nelle Crete Senesi troppo tardi con poche ore di sonno alle spalle; ho optato per il traghetto delle 13:30, promettendomi di tornare all'Isola del Giglio, in circostanze più felici e meno impegnative dal lavoro, per godermi appieno le sue bellezze.
Autore: Massimiliano Roncucci Giornalista e fondatore di GAT Studio
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